IL NUOVO CALENDARIO 2025

DiBIANCA DAL MOLIN

IL NUOVO CALENDARIO 2025

Approfondimento Soc. Generale per l’industria della Magnesia
presentiamo due documenti inediti :
gli elogi funebri del capo operaio Forni e del direttore generale Dal Molin durante le esequie dell’ing. Emilio Rodolfo al cimitero di Angera il 30 aprile 1948.


Parole del capo operaio Luigi Forni rivolte alla Salma dell’Ing. Emilio Rodolfo nel cimitero di Angera il 30.4.1948.
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In questo Camposanto, portando l’estremo saluto al fidato Battista, hai presagito che il primo a seguirlo saresti stato Tu, o Ingegnere Emilio Rodolfo.
Purtroppo il presagio si è avverato.
Ma se le Tue Spoglie mortali ci vengono tolte, il Tuo spirito però continua e continuerà ad aleggiare ed a sopravvivere nei Tuoi famigliare e parenti, ai quali sei legato con tanto affetto: e tra tutti noi addetti alla Industria da Te ideata, creata, sostenuta con tanto lavoro e sacrificio.
A questa Industria, unica nel suo genere in Italia, dedicasti tutta la Tua attività, la tua esistenza, per sostenerla, migliorarla e portarla avanti nelle molteplici difficoltà che si frapponevano al suo sviluppo. Siamo a conoscenza, e Tu stesso ci raccontavi di aver superato momenti difficilissimi per l’esistenza dell’Azienda; furono quelli i momenti eroici della Soara.
Nella Tua vita laboriosa, sempre occupato, il riposo lo prendi solo oggi per legge suprema.
Coll’avanzare degli anni ben meritavi un poco di calma e di tranquillità, invece volesti rimanere al tuo posto di lavoro fino all’ultimo, come un buon soldato che si sacrifica nella trincea di combattimento.
Attorno alla Tua salma, riverente e commossa, è qui convenuta la schiera dei Tuoi dipendenti, e non solo quelli di oggi, ma anche tanti di quelli che, memori, nel passato lavorarono e collaborarono fedelmente in Tua unione.
Per tutti i Tuoi Parenti, per i Tuoi amici presenti, addio o Emilio: per i dirigenti, impiegati e maestranze dell’Azienda, addio, addio.
                                                                                               Luigi Forni
Parole rivolte ai Dipendenti della Soc. Magnesia nel Camposanto di Angera il 30 aprile 1948, prima dell’inumazione della Salma dell’Ing. Emilio Rodolfo, dal discepolo Sandro Dal Molin
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Poche ore prima della sua morte l’Inge Rodolfo affidava a noi, suoi compagni lavoratori, una grave consegna:
Condurre senza di Lui la sua Magnesia, questo stabilimento che egli fondò e condusse per 40 anni con tenacia, con fede, con fatica e, diciamolo pure, con gioia.
Sono sue queste parole “Io passo ma l’opera mia resta ed a voi l’affido con fiducia perché so che saprete continuarla con la stessa mia volontà e col mio entusiasmo”:
Questa consegna noi riceviamo da Lui nell’ora solenne della sua partenza: nelle nostre mani Egli trasmette la fiaccola della Sua fede e del Suo amore per il lavoro: noi saremo degni della Sua fiducia, continueremo la strada che Egli ha percorso e raggiungeremo gli scopi che Egli si era prefissi.
Tutti noi sappiamo come Egli si considerasse un vero socialista e tale lo fu di fatto perché il capitale asservì al lavoro, perché il reddito da lavoro impiegò sempre e totalmente in successivi processi produttivi a beneficio di tutta la nostra famiglia di lavoratori, di questa famiglia che nel 1909 era di dodici ed è ora di oltre 200 persone: per sé non tenne che le briciole e la soddisfazione del dovere compiuto.
Lavoro e lavoro, lavoro diurno, lavoro notturno, lavoro festivo, sempre il lavoro ha occupato la sua via di pioniere e di condottiero industriale.
La Magnesia, la vecchia Società Laterizi, il Centro Studi, la SIMM, la SANI stanno dimostrando come il Suo cervello fosse una fonte inesauribile di idee e come l’azione conseguente fosse pronta e sicura.
Addio maestro insuperabile e indimenticabile o meglio arrivederci perché non sono molti gli anni che mi separano dal momento in cui i nostri spiriti si incontreranno e riprenderanno le discussioni e i colloqui che oggi vengono interrotti.
Iddio, nella Sua luce e nella Sua gloria ti accolga e ti dia il premio ben meritato per la tua fatica terrena.
                                                                                                          Sandro Dal Molin
 
 
 
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