Il pan de mej, o pan meino di San Giorgio
– 23 aprile.
Il pan de mej (che si traduce in pan di miglio, ma che in realtà è fatto con la farina di granturco) è legato alla ricorrenza del 23 aprile, giorno che il calendario ambrosiano dedica alla celebrazione di San Giorgio.
La tradizione vuole che in questo giorno scadevano i contratti del latte tra i mandriani e i lattai milanesi, i quali, per l’occasione, offrivano questo dolce ai loro cliente, insieme alla panna liquida in segno di riconoscenza verso il Santo ma anche come simbolo di buon auspicio.
Il pan de mej sono dei meravigliosi biscottoni morbidi e profumati, ricoperti di zucchero, che, secondo la tradizione, dovevano essere gustati con la panna liquida, ma che in realtà anche da soli erano squisiti.
Ecco la ricetta tratta dal nostro libro “Angera in Pentola” le ricette della tradizione:
Ingredienti per circa 15 biscotti
Farina di mais fioretto 300 g
Farina 00 200 g
Burro 150 g
Zucchero 150 g
Baccello di vaniglia i semi di 1
Lievito in polvere per dolci 16 g
Uova medie 3
Sale fino 1 pizzico
Sambuco fiori (facoltativi) q.b.
Preparazione:
Sciogliere il burro senza farlo friggere e lasciare che si raffreddi.
Sgusciare le uova in una terrina e aggiungere zucchero e i semi della bacca di vaniglia;
sbattere gli ingredienti con una frusta elettrica fino ad ottenere una crema omogenea, aggiungere quindi il burro fuso freddo e un pizzico di sale e rimescolare.
Mischiare la farina di mais con la farina 00 e la bustina di lievito e unire agli altri ingredienti, setacciando le polveri.
Gli ingredienti mescolati dovranno diventare un composto morbido che si possa lavorare con le mani.
Formare delle palline e schiacciarle fino a ottenere dei dischi di circa 8 cm di diametro.
Adagiare i dischi su una teglia ricoperta di carta da forno e alla fine cospargerli, se possibile, con dei fiori di sambuco.
Coprire i dischi con zucchero semolato e zucchero a velo e mettere in forno già caldo a 180° per circa 20 minuti.
Servire freddi.
A questo link potete scaricare la video ricetta con le spiegazioni di come si prepara il dolce :
E adesso tocca a voi ……Buon lavoro e buon appetito
Questa ricetta e altre ricette della nostra tradizione le potete trovare nel nostro libro di ricette “Angera in Pentola” in vendita nella nostra sede di Angera in Via M Greppi 29
Questo libro lo potete trovare anche nella libreria Mondadori di Angera,
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PASQUEE per noi di Angera questa parola sta ad indicare lo spiazzo antistante alla chiesa parrocchiale.
Ma cosa significa e da dove deriva?
La parola deriva dal latino PASCUUM che vuol dire pascolo.
Spesso, infatti, davanti alle chiese vi erano grandi spiazzi in cui si lasciava crescer l’erba per far pascolare le bestie.
Così il termine PASQUEE indicava una piazza, uno spiazzo o il sagrato.
Troviamo PASQUEE con il significato di piazza della chiesa anche in una poesia di Carlo Porta “Olter disgrazi di Giovaninn Bongee”….
S’impieniss de personn tutt el pasquee………..
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